Tre fatti…

…incontestabili

 

Sussistono ancora, in alcuni “opinionisti” e giornalisti, convinzioni  sull’Esperanto totalmente errate, mai verificate e basate solo su vecchi preconcetti, il che non impedisce loro di esternarle con la massima sicurezza ad ogni occasione possibile.

Vecchi preconcetti che crollano irrimediabilmente di fronte a tre dati di fatto incontestabili e facilmente verificabili da chiunque:

  1. L’Esperanto è da più di un secolo una lingua viva, pienamente evoluta ed espressiva quanto una qualunque lingua nazionale, con  una comunità di parlanti sparsa nei cinque continenti.
  2. La ricchezza lessicale dell’Esperanto è superiore a quella delle lingue nazionali.
  3. L’apprendimento dell’Esperanto richiede un tempo da 5 a 10 volte inferiore a quello richiesto da una lingua nazionale.

Per verificare il primo punto basterebbe un giro nella rete, in particolare digitando “YouTube Esperanto”.
Oppure fare un salto di un paio d’ore ad un incontro esperantista, per vedere centinaia, a volte migliaia, di persone provenienti da decine di paesi, che trattano i più svariati argomenti parlando tutti la stessa lingua. Di tali incontri ve ne sono centinaia, ogni anno, in tutto il mondo (visitare ad esempio “www.eventoj.hu/2017.htm”).

Per quanto riguarda il secondo punto, in Esperanto, da una qualunque radice, cambiando la finale o combinandola con prefissi e suffissi, è possibile formare il sostantivo, aggettivo, avverbio e verbo, con una sola limitazione: che la parola formata abbia senso. Le lingue nazionali sono assoggettate alla ferrea legge “questo si dice, questo non si dice”.
Capita spesso di capire una parola o frase in Esperanto e non riuscire a trovare subito la forma equivalente nella propria lingua madre.

In merito al terzo punto, in media è sufficiente un corso di 12-15 lezioni (3-4 mesi) per acquisire una padronanza della lingua sufficiente per comunicare in modo fluido con esperantisti di tutto il mondo.
Se venisse insegnato, sperimentalmente, in una classe di scuola media, alla pari di una delle lingue straniere insegnate, alla fine di un solo anno scolastico i ragazzi lo parlerebbero con disinvoltura.

Infine: l’Esperanto non è affatto una “lingua artificiale inventata da un medico polacco”, come spesso viene descritto.
Nell’E. non c’è nulla di artificiale e Zamenhof, il suo creatore, non inventò nulla; la sua grammatica è pianificata secondo criteri di assoluta razionalità e regolarità; il lessico è formato da radici presenti in molte lingue, perfettamente riconoscibili.

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