Il valore propedeutico dell’apprendimento dell’Esperanto

I vantaggi pratici della conoscena dell’Esperanto sono indiscutibili e facilmente verificabili. Per farlo, può essere sufficiente digitare su Google la parola ESPERANTO ed aprire qualcuna delle centinaia di pagine che si presenteranno.

Ma c’è un altro aspetto degno di attenzione, specialmente da parte del mondo della scuola: il valore propedeutico dell’Esperanto, non solo per lo studio di lingue straniere, ma anche di molte discipline scolastiche e, fondamentalmente, per la maggiore padronanza e più corretto uso della propria lingua nazionale.

Infatti, la chiarezza formale dell’Esperanto e la sua trasparenza cognitiva favoriscono sensibilmente lo sviluppo delle facoltà intellettuali dell’allievo.

Le lingue nazionali si basano su una convenzione sociale che ammette solo la produzione di espressioni consacrate dall’uso, senza particolare riguardo a criteri di logicità (la norma del “si dice così / non si dice così”); invece, la convenzione sociale dell’Esperanto è costituita soprattutto dall’applicazione di determinate regole grammaticali, coscientemente stabilite, ispirate a leggi del pensiero che non ammettono alcuna eccezione e nessun arbitrio. Su queste basi è nata una lingua ricca di affissi invariabili e smontabili, indicanti categorie logiche ben definite, che stimolano grandemente la creatività linguistica, ovviamente entro i limiti imposti dalla reciproca comprensione. Ne deriva un grande effetto liberatorio e sicuro valore educativo.

La grammatica dell’Esperanto ha tre qualità principali: la semplicità, la brevità e la logicità. Grazie alla sua semplicità, essa può essere appresa facilmente anche dagli allievi meno dotati, i quali spesso hanno bisogno di riuscire bene anche solo in una materia perché si risvegli in loro l’interesse per le rimanenti. Se la semplicità della grammatica dell’Esperanto facilita il suo apprendimento, la brevità lo rende considerevolmente veloce, permettendo all’allievo di avere molto presto le prime esperienze dirette nell’uso pratico della lingua, con risultati sicuramente gratificanti e stimolanti per la continuità dell’impegno. Lo studente s’impadronisce così di una lingua internazionale; egli vede crollare attorno a sé le barriere linguistiche, sente di appartenere ad una comunità universale e acquista un orizzonte mentale di un’ampiezza che non avrebbe mai potuto immaginare. Inizia a corrispondere con coetanei prima irraggiungibili e le sue nozioni di geografia, etnografia, linguistica e di tante altre materie si moltiplicano e si approfondiscono senza sforzo. Per lui questo o quel paese non è più una macchia di colore sulla carta geografica, ma un paese concreto e vivente, in cui abitano esseri come lui, con i quali ha in comune un’infinità di pensieri, sentimenti e concetti. Egli così riesce ad acquisire una più nobile percezione del mondo ed a maturare in sé stesso dei veri sentimenti di amore per la pace e la fratellanza tra i popoli del pianeta.

La logica stringente della grammatica dell’Esperanto richiede una forte applicazione, una rigorosa analisi della lingua materna ed una corretta sintesi in Esperanto dei risultati così ottenuti. Con nessun’altra lingua lo studente può sperimentare meglio come, con una sufficiente conoscenza della grammatica, la costruzione del periodo diventi una facile composizione di elementi di frase: esperienza questa la cui acquisizione è fondamentale per la riuscita negli studi linguistici. Inoltre, questa qualità della grammatica dell’Esperanto aumenta notevolmente la capacità di orientamento nella lingua materna e crea l’abitudine al pensiero logico.

Un altro pilastro dell’Esperanto è la formazione delle parole. Essa si basa sui principi di necessità e sufficienza. La sufficienza richiede accuratezza e attenzione, ma anche un coscienzioso apprendimento degli affissi e delle regole di composizione. I giovani allievi, naturalmente portati dalla loro età a chiedersi il perché delle cose, si sottopongono volentieri a questo piccolo sforzo aggiuntivo per acquisire la capacità di esprimersi in modo preciso. Ancora più importante è il principio di necessità. Esso disabitua gli alunni dalla tendenza al pleonasmo, così diffusa tra di loro. L’allievo che ha assaporato la sinteticità dei composti lessicali dell’Esperanto non proverà più alcun entusiasmo per la prolissità e la pesantezza delle espressioni con cui certe lingue enunciano lo stesso concetto. L’apprendimento delle regole per la formazione delle parole – che normalmente avviene con la pratica – richiede un certo sforzo intellettuale. Chi non vi è abituato si sentirà stimolato a farlo, il che rappresenta anche un considerevole valore pedagogico.

L’internazionalità del lessico dell’Esperanto, infine, consente all’allievo di assimilare elementi già presenti nelle lingue più diffuse, stimolando e agevolando il successivo studio delle stesse.

Anche presa globalmente, la lingua Esperanto presenta dei valori pedagogici di grande rilievo e meritevoli di attenzione; il genio linguistico del suo autore, il polacco Zamenhof, creò nella sua struttura un’opera sorprendente, la cui forza e bellezza interna sono immediatamente avvertite dalla sensibilità dello studente. In una lingua la cui tendenza a generalizzare non è inibita da alcuna eccezione, si prova un senso di libertà straordinaria. Ci si sente liberati dalla camicia di forza costituita dai limiti imposti dal “si dice / non si dice”, avendo a disposizione un patrimonio inesauribile di parole e strutture per esprimere con chiarezza e concisione ogni sfumatura del pensiero.

Infine, vale la pena di ricordare che per un reale apprendimento di una lingua straniera è necessaria una forte motivazione personale di scambio e di comunicazione. L’Esperanto può certo facilitare – come è stato più volte dimostrato – lo studio delle lingue straniere, grazie alla sua struttura linguistica semplice, duttile e razionale, che consente di acquisire modelli linguistici da applicare ad altre lingue. Ma il motivo più profondo del suo successo come strumento propedeutico è quello di associare alle sue qualità intrinsiche la carica di valori positivi che esso esprime, lo spirito che lo anima, assieme alla prova che esso continuamente offre, che è realmente possibile comunicare in una seconda lingua in modo più efficace e spontaneo e che è lecito sperare in un’umanità, almeno sotto questo profilo, migliore.

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