L’Esperanto presso le organizzazioni internazionali

Per il suo carattere di lingua ausiliaria internazionale per eccellenza, e per gli ideali di pace, uguaglianza e amicizia tra i popoli a cui esso è collegato, l’esperanto è stato, già agli inizi del secolo scorso, oggetto di dibattito nelle organizzazioni internazionali; ad esempio, nel 1922 alla Società delle Nazioni.

Nel 1954 la Conferenza Generale dell’UNESCO, che si teneva a Montevideo, approvò una risoluzione che prendeva atto dei risultati ottenuti dall’esperanto in materia di scambi culturali internazionali, dichiarava che tali risultati coincidevano con gli scopi e gli ideali dell’UNESCO e impegnava il Direttore Generale a seguirne l’evoluzione dell’uso in campo scientifico, educativo e culturale nei singoli Stati membri. Durante la seduta plenaria che portò all’approvazione della risoluzione, l’Italia esprese voto favorevole. Subito dopo, nello stesso anno, L’Associazione Mondiale di Esperanto (Universala Esperanto-Asocio) fu nominata organizzazione consultiva dell’UNESCO. Tale status, conservato fino ad oggi seppure con cambiamenti nelle denominazioni, ha permesso alle due organizzazioni un’interazione particolarmente stretta e spesso fruttuosa.

Nel 1959 il Comitato Esecutivo dell’UNESCO stabilì di svolgere, nell’anno successivo, celebrazioni ufficiali per ricordare il centenario della nascita di Ludovico Zamenhof, l’iniziatore dell’esperanto.

Nel 1977 la Commissione Internazionale per lo studio del problema della comunicazione, un organo dell’UNESCO, osservò in un suo rapporto come “la diffusione di una lingua facile ed universale, comprensibile ed accessibile a tutti” potesse permettere di scavalcare le barriere linguistiche che ostacolano la comunicazione tra i diversi popoli. Nello stesso anno, il Direttore Generale, Amadou Mahtar M’Bow, in un intervento tenuto al Congresso Mondiale di Esperanto a Reykjavik, affermò che “uno dei compiti essenziali dell’UNESCO è il rafforzamento della pace mondiale, della compresione tra i popoli e della collaborazione tra le nazioni. L’esperanto storicamente ha origine nei medesimi principi”.

Nel 1985, durante la Conferenza Generale dell’UNESCO a Sofia, si approvò un nuovo testo che, tra l’altro, chiedeva “al Direttore Generale di seguire costantemente lo sviluppo dell’esperanto come strumento per una migliore comprensione tra nazioni e culture diverse”. Ad oggi, questo è ritenuto il più esplicito riconoscimento del valore della lingua esperanto da parte di un’organizzazione internazionale.

Il 31 ottobre 2014, la Prof.ssa Malgorzata Omilanowska, ministro polacco della Cultura e del Patrimonio Nazionale, decise d’inserire la lingua esperanto come “portatrice della cultura esperantista” nella lista nazionale del patrimonio ereditario culturale immateriale del suo Paese, anche con l’ottica di proporre all’UNESCO l’estensione di tale riconoscimento fra l’eredità culturale immateriale dell’Umanità.

(Renato Corsetti, da L’Esperanto, organo ufficiale FEI, numero speciale 2016)

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